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Commenti al testo di Antonio Terracciano
L’urbanista

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 Salvatore Pizzo - 12/02/2019 01:14:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

... Mi fosse concesso, non tanto per allungare il brodo, rendendo insipida la minestra, bensì per sottolineare quanto detto da Ferdinando nel suo ultimo commento, poichè anch’io, umile apprendista di nulla, mi sono limitato al testo, sottolineando un aspetto secondario del sonetto finito in discussione. Ecco, mi fosse concesso, vorrei citare una frase di un tizio di cui non ricordo il nome. Ma che, ogni volta che leggo e rileggo qualcosa di mio, prima di pubblicarlo, oppure quando leggo e commento poesie di altri autori, mi rimbomba sempre nella testa. Mi pare che reciti così:

"non so che cosa sia la poesia, però la riconosco quando la sento."

Chiedendo venia per eventuali imprecisioni, concludo ringraziando tutti coloro che hanno voluto contribuire all’affresco di riflessioni sulle pareti di questo splendido sito, posto di ristoro per tutti quei viaggiatori diretti al luogo della poesia; dimensione questa, in cui il linguaggio getta ponti per nuovi universi.
E grazie di cuore anche al titolare del blog per la pazienza e l’ospitalità.

 Antonio Terracciano - 11/02/2019 12:13:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Sono molto interessanti queste discussioni, che evidenziano, se non altro, che la nostra arte è sempre viva. Discussioni simili sono state fatte spesso, credo, nel corso della storia della letteratura, e mi viene in mente la "Querelle des Anciens et des Modernes" che si protrasse a lungo, in Francia, più di trecento anni fa. I difensori del classicismo (capeggiati da Boileau, qui sostanzialmente impersonato da Lorenzo - abilissimo e bravissimo nel suo sonetto di risposta! - e da Giulia) e quelli del modernismo (un "modernismo" alquanto blando, adeguato a quei tempi... ) , rappresentati soprattutto da Perrault (paragonabile a Ferdinando e a Salvatore in questo sito) , si fronteggiarono una trentina d’anni, e la partita finì praticamente in parità, anche per l’oculato intervento dell’ "arbitro" Fénelon (forse qui interpretato dalla francesista Alessandra Ponticelli Conti) .

 Ferdinando Battaglia - 11/02/2019 10:59:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Infatti, Lorenzo, mi sono attenuto al testo per quel che riguarda il contenuto, lasciando la critica formale agli esperti o ai poeti.

Un saluto

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 Ferdinando Battaglia - 10/02/2019 19:46:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Giulia, perdonami: dov’è la mia apertura polemica, poiché non mi sembra vi sia e allora sono in errore se tu l’hai invece letta e, comunque, non mi sembra di aver mancato di rispetto nell’interlocuzione.
Credo che lo studio delle Origini della Poesie e la loro ricerca e la sua evoluzione nei secoli fino ad arrivare ad oggi sia un compito necessario, ma non "indispensabile" perché so esprima una vocazione artistica e questa si compia. Altro è una docenza sulla Poesia, ché ogni docenza vuole docenti ben preparati nella loro disciplina.
Un saluto a tutti

P.S. Mi scuso per eventuali errori bella stesura di quanto scritto in commento

 Alessandra Ponticelli Conti - 10/02/2019 19:44:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

"Foglie d’erba"

Ascolta, disse la mia anima,
scriviamo per il mio corpo (in fondo siamo una cosa sola)
versi tali
che se da morto, dovessi invisibilmente tornare sulla terra,
o in altre sfere, lontano, lontano da qui,
e riassumere i canti a qualche gruppo di compagni
(in armonia col suolo, gli alberi, i venti, e con la furia delle onde,
io possa ancora sentire miei questi versi,
per sempre, come adesso che, per la prima volta,
io segno qui il mio nome
firmando per l’anima e il corpo.
Walt Whitman

Buona poesia a tutti!

 Giulia Bellucci - 10/02/2019 18:53:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

@ X Ferdinando.
L’esordio del tuo commento nasconde già una velata polemica.
Per me al primo posto viene il rispetto. Nel senso che se ci dichiariamo per la libertà, essa deve essere predicata in senso reciproco. Chi fa la sua scelta deve rispettare quella fatta dagli altri. Chi preferisce adottare strutture antiche rispetti chi sceglie schemi liberi e viceversa. Leggiamoci se ci va, altrimenti bypassiamo.
Una sola cosa dico di mio: il vecchio dobbiamo quanto meno conoscerlo per scegliere poi la forma che più si adatta alla nostra espressività.
Non sputiamo sul passato. Soprattutto su ciò che ha attraversato millenni.
Per me una poesia è come un parto: il parto è ben riuscito se il figlio sopravvive e cresce anche al di fuori dell’utero materno. Vola in alto da sola!
Buona poesia.

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 Ferdinando Battaglia - 10/02/2019 15:33:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

@Giulia: Io parlo dall’alto della mia ignoranza e quindi non esprimo che meri opinioni, ammiro e stimo Antonio più preparato di me e altrettanto stimo apprezzo chi, come Loreno, ha a cuore il destino attuale del sonetto. tuttavia non nasce qui ed oggi questo piccolo dibattito attorno alla Poesia, seppure con voci di diverso livello culturale e di competenza, che non ritengo una sterile polemica, ma lo direi naturale corollario visto che ci troviamo ospiti su di un bel sito di Poesia e non solo. Direi anche, però, che non possiamo affidarci né alle definizioni né tantomeno a wikipedia che, mi sembra, per quanto ben compilata, rimanga pur sempre una voce tra le tante e forse neppure riconosciuta assolutamente scientifica ovvero di un saper condiviso ed aperto ma non ancora scientifico oppure completamente garantito, poiché la Poesia si fa nella storia dei poeti e la fanno i poeti, che non mi sembra, fermandoci al Novecento, si siamo fermati al sonetto ovvero abbiano evitato sperimentalismi o ancora abbiano distinto così radicalmente in poesia e poesia prosastica le varie forme di verso utilizzate che, anzi, a detta di alcuni poeti di oggi, non è più una suddivisione attuale.
Grazie per gli spunti all’approfondimento e alla riflessione. Certamente, per come la concepisco io la Poesia, essa è un’esperienza e non un dettato ma, anche quando fosse un dettato metrico, esistono tante poesie quante sono gli scriventi poesie (estremizzo un po’).

Un saluto a tutti

 Giulia Bellucci - 10/02/2019 14:33:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Perdonatemi se mi intrufolo, lo faccio solo perché avevo commentato per prima questo sonetto.
Non ritengo giusta questo polemizzare un po’ sterile, a mio avviso. Non è meglio il vecchio del nuovo, secondo me non c’è proprio un nuovo ben delineato. Ci sono tante forme di espressione in giro, ma nessuna che segni la strada veramente.
Ognuno è libero di usare gli strumenti che crede per esprimersi, ma non è giusto denigrare gli altri.
A me il sonetto è piaciuto davvero e non volevo innescare polemiche...
Poi non credo che Antonio stia dicendo che il sonetto sia l’unica forma che lui ammette...non mettiamogli parole in bocca.
A riguardo del nostro modo di concepire la poesia, vi chiedo quali caratteristiche deve avere una poesia per essere definita tale, cioè perché non sia prosa?
L’addio ai monti di Manzoni è poesia o prosa?
Io la definirei prosa poetica. Altro è la poesia...
Trovo sotto definizione di poesia nel dizionario:

Arte di esprimere, con parole disposte metricamente in versi, un’immagine, un fatto, un pensiero, un sentimento, una fantasia, che traducono un’esperienza soggettiva o universale.



In Wikipedia
La poesia (dal greco ποίησις, poiesis, con il significato di "creazione") è una forma d’arte che crea, con la scelta e l’accostamento di parole secondo particolari leggi metriche (che non possono essere ignorate dall’autore), un componimento fatto di frasi dette versi, in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi. La poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa, in cui le parole non sottostanno alla metrica.

La poesia è stata concepita per millenni in tal modo, bastano pochi decenni a cancellare completamente tutto? E poi il nuovo qual è? Lo attendiamo ancora, nel frattempo ‘vivete e lasciate vivere e ognuno sia libero di pensarla come crede’.

A proposito di sonetti, anche Caproni ne ha scritti. Non rappresenta il vecchietto trecentesco che dite voi...

 Ferdinando Battaglia - 10/02/2019 01:59:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Credo non si abiti solo l’esteriorità ma i significati di spazi che diventano luoghi relazionali ovvero non solo la forma ma l’esperienza di abitare un’area esteticamente organizzata. Per questo non credo che questa contrapposizione tra vecchio e nuovo ovvero tra forme chiuse o classiche e forme più libere afferisca al farsi della Poesia che, fortunatamente, sfugge a queste recinzioni convenzionali se non addirittura "ideologiche". Ha ragione il Pizzo: A che serve tutto ciò? Ripetiamo: la Poesia non è solo sonetto; non esiste solo un tipo di sonetto; non basta la metrica per fare Poesia; non esiste Poesia prosastica, ma solo poesie di Poesia.

 Salvatore Pizzo - 10/02/2019 01:31:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Per quel nulla che ci possa capire di sonetti il sottoscritto, posso soltanto dire ch’è perfetto stilisticamente e musicalmente, un vero piacere per l’occhio che ci scivola addosso, scorrendolo come una chiazza d’olio che fluttui sull’acqua del fiume. E per l’orecchio che, leggendolo e rileggendolo, ne pasce come d’ambrosia la mente. Solo un piccolissimo ed insignificante particolare, una cosa da nulla: a che pro tanta perfezione estetica? Forse per ribadire che il vecchio è meglio del nuovo? Mi pare che già ne dicano abbastanza, al riguardo, i tanti vecchi che s’incontrano in centri per anziani. Dunque, sempre che mi sia concesso e senza alcun intento offensivo per l’autore, che questo non possa che definirsi un mero esercizio di bellezza puramente estetica fine a se stessa, dal momento che il contenuto risulta di una banalità a dir poco offensiva. Soprattutto considerando tutta l’intelligenza e la capacità sprecata in simile esercizio privo, persino, del pur minimo senso d’ironia che dovrebbe contraddistinguerlo. Lo so, l’autore potrà anche ribadire, chiedendo di scriverlo un sonetto. Ma, dal momento che, il sottoscritto si vede in veste di lettore, pensa anche di avercelo il diritto a dire la propria, a maggior ragione trovandosi a fronte di una bella scatola piena di banalità.
Un saluto

 Antonio Terracciano - 09/02/2019 22:30:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Gentilissima Giulia, con piacere rispondo alle tue più che lecite curiosità. Non sono naturalmente nato col sonetto incorporato nel cervello e, dopo avere sperimentato altre forme poetiche (versi liberi da giovane, quartine di endecasillabi poi) , sono riuscito solo sei o sette anni fa (con grandissimi sforzi e perplessità) a comporre il mio primo sonetto, e da allora ci riesco in modo sempre più (se possibile) naturale... Fino a sei o sette anni fa il sonetto mi appariva semplicemente come la massima forma di poesia, per me però irraggiungibile. Vuoi sapere come ci sono arrivato? Leggendo, in un altro sito, tanti splendidi sonetti proprio di Lorenzo e di un altro validissimo poeta toscano! P . S . Il sonetto di risposta a Lorenzo non l’avevo già pronto: ci ho messo un quarto d’ora per scriverlo e per controllarlo.

 Giulia Bellucci - 09/02/2019 21:18:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Buonasera Antonio.
Una mia opinione, (da prendere con le pinze, perché non ho dove andare...nel senso che credo di essere veramente ignorante... però, dal momento che da un po’ di tempo a questa parte provo a scrivere poesie ma senza pretesa, presunzione o altro...)
è che oggi non esistono forme veramente nuove e come giustamente tu dici sperimentiamo questa sorta di nuovo e poi torniamo al vecchio. Però è molto più facile scrivere poesie prosastiche che attenerci alle vecchie forme, anche perché forse dovremmo ripartire dalle fondamenta e non è facile.
Chi è abituato a scrivere secondo schemi antichi, riesce a farlo con facilità perché, a mio avviso, gli viene naturale, come credo faccia tu.
Questo sonetto è impeccabile come tutti i tuoi. Mi hai lasciato a bocca aperta quando hai commentato il sonetto di Lorenzo Tosco con un sonetto tuo. O il sonetto lo avevi già pronto o per te buttare giù endecasillabi, rispettando inoltre lo schema di rime da te prescelto, è naturale come scrivere una prosa.
Per il futuro non so dire cosa accadrà...